venerdì 27 giugno 2008

MAGISTRATI

274. Il fare le Leggi è del Principe, amministrarle è de' Giudici.
275. Dalla scelta de' Magistrati dipende la buona, o la cattiva amministrazione delle Leggi.
276. La Magistratura forma il decoro dello Stato, e lo Stato si modifica dalla Magistratura.
277. Virtù, e non oro, fama e non impegno, ecco tutto quello che si richiede nella scelta de' Magistrati
279. La natura riserba a se il dritto di collocare i talenti , e lascia ai Sovrani quello di produrli.
280. Il Magistrato vuol essere Giusto, Istruito, ed Impavido.
281. La giustizia deve esser per lo Magistrato una virtù di tutti i luoghi, e di tutti i tempi.
282. Voler sembrare giusto senza esserlo in realtà è il colmo della ingiustizia.
283. In vano si lusinga il Magistrato di amare la giustizia, se non ha la fermezza di difendere le verità.
284. I Giudici retti sono servidori del Principe, e Padri del popolo, i Giudici venali sono assassini del popolo, e traditori del Principe.
285. Si conosce la bontà del Magistrato dalla fiducia, che in lui ripongono i cittadini.
286. Non si può esser giusto, se non si conosce la verità, non si può giungere alla conoscenza del vero, se non si è abbastanza istruito.
287. Il cumulare più cariche in una medesima persona è lo stesso, che accatastare senza speranza, ed è un perdere senza ricuperare.
Massime Scelte per lo buon Governo degli Stati - D. FRANCESCO CORONA - Napoli - F. Masi Tipografo 1831

giovedì 12 giugno 2008

L'IMPOSTA PROVINCIALE


A primo aspetto non è convenevole alla giustizia distributiva il sistema dell'imposta provinciale, perchè sembra disdire alla medesima, che gli abitanti di una provincia concorrano al pagamento dei debiti di un'altra.
L'imposta è generalmente considerata come un sagrificio, che un cittadino fa di una parte del suo patrimonio, onde godere con sicurezza del rimanente. Ora la
spesa, che si sostiene dai direttori di una provincia, torna indifferente per chi tranquillamente vive in altra provincia. È egli giusto, dirà taluno, obbligare
Tizio a pagare i debiti di Sempronio, col quale non ha altro rapporto che il vincolo di umanità?
Allo stesso modo é contraddittorio alla giustizia, che gli abitanti di una provincia paghino i debiti di un'altra, colla quale non hanno altro rapporto che di rendere omaggio e di prestare obbedienza allo stesso Re.
La natura con poche leggi regge e governa l'universo. L'accorto politico ne' suoi divisamenti la deve secondare. La separazione del tributo generale dall' imposta delle singole provincie non fa che moltiplicare le operazioni del politico senza
alcuna vista di pubblica utilità.
Il Censimento Milanese - Natale Cotta Morandini - Niccolo' Bettoni e Comp. 1832