mercoledì 30 aprile 2008

DEL SINDACO

Art. 94. Il Sindaco è capo della amministrazione comunale ed ufficiale del governo.
Art. 95. La nomina del Sindaco è fatta dal Re scelto fra i consiglieri comunali; dura in ufficio tre anni, e può essere confermato se conserva la qualità di consigliere.


È da notarsi come in forza di questa legge la persona investita dell'autorità di Sindaco venga nominata dal Re, scegliendola però fra i consiglieri comunali, e come ad essa sia assegnato anche un altro incarico, quello di rappresentare il governo, per cui viene ad essere ad un tempo e autorità comunale ed ufficiale governativo, così sarà facile tuttavia il comprendere i motivi di questa disposizione di legge, ove si rifletta che nella mente del legislatore deva predominare l'idea di dar compimento alla gerarchia amministrativa, ponendone il suo rappresentante come primo ed ultimo anello anche nella istituzione comunale, che per sua indole è libera ed indipendente nei limiti voluti dalla legge (ossia nei confini prefittili dagli interessi generali dello stato).
E fu per far omaggio insieme a questa indole delle istituzioni comunali ed alla loro origine, che è e deve essere puramente popolare, che la legge determinava, non potere il Re far cadere la nomina del Sindaco che nei membri del consiglio, nè potere la persona eletta durare in tale qualità allo scadere del triennio, ove non conservi la predetta qualità di consigliere.
Guida alla politica del popolo italiano - Lucio Fiorentini - Tip. Guglielmini 1859

sabato 19 aprile 2008

L'INIZIATIVA NON E' DIETRO A VOI

L'iniziativa non è dietro a voi: essa v'è innanzi. Non è più racchiusa nella teoria dei diritti, formola d'emancipazione individuale che i vostri padri conquistarono,
conchiudendo un'Epoca: non è più nelle parole libertà, eguaglianza, traduzione del doppio aspetto, subbiettivo e obbiettivo, vita propria e di relazione dell' io: non è più in quella fratellanza, figlia dell'eguaglianza, religione individuale, espressione d'un fatto anzichè definizione d'un principio,che unisce senza associare, connette due termini senza dirigere la loro attività collettiva verso la
conquista d' un terzo, e santifica il presente senza creare il futuro.

L'iniziativa è nell' Umanità, nuovo concetto, programma non veduto dai vostri padri:
neh" Umanità che ha per suo metodo il Progresso, come il Progresso ha per suo metodo l'Associazione.

In essa è riposta la religione dell' avvenire. Non v'addormentate nella tenda che v' innalzarono i vostri padri: il mondo s'è mosso: movete con esso. Non rimproverate d'ingratitudine le razze perchè disertano la vostra bandiera del 1789 e salutano
una bandiera, quella della loro madre comune, al di là. Non preparaste voi stessi l'emancipazione che invocano? Non li guidaste al limite ch'oggi tendono ad oltrepassare? Oltrepassatelo con esse. Voi operaste grandi cose nel vecchio mondo: preparatevi ad altre. Non cercate la sovranità nel passato: tentate di coglierla nell'avvenire.
Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini - G. Daelli Editore - 1861

giovedì 17 aprile 2008

martedì 8 aprile 2008

PROSSIME ELEZIONI

I partiti han cangiato tempra, se non scopo: perocchè la loro composizione è adulterata, ed alterata. Nuovi interessi sorgono, e con essi nuovi elementi di attività e di azione. I colonnelli divengono generali, ed i generali passano ai veterani.
In questo momento tutto fermenta come in una caldaja che bolle: tutto ruota ed ha la vertigine.
Domani, quando le nuove elezioni avranno impresso un movimento regolare a questo agitarsi, aperta o indicata la via che ha uscita e inette capo ad un fine, tutto si arranga, tutto si assetta e l'ordine ricomincia, e con l'ordine viene la forza, l'autorità, la fede. Sciogliere la Camera attuale è una necessità: l'armonia fra i suoi membri è rotta. Fra le sue parti non vi sono più punti di contatto: tutti son punti ed angoli.
Ciò però non altera punto la maestà del Parlamento. — I suoi membri variano, il suo spirito resta. Possono avversare lo scioglimento taluni, che temono non più ritornare. Coloro che hanno la coscienza ferma, coloro che sentono di rappresentare il paese, non sè stessi ed i loro fini, costoro anelano anzi di trovarsi in contatto con i loro mandanti.
Essi vanno a ricevere una parola d'ordine che loro servirà di bussola. La missione del Parlamento non è tanto legislativa ed amministrativa. Al punto in cui si trova l'Italia, essa è affatto politica, è sovranamente nazionale.
Il Parlamento è il simbolo visibile dell'unità d'Italia, parlando, agendo così.
Il resto è secondario.
I Moribondi del Palazzo di Petrugnano di Ferdinando Petruccelli della Gattina - 1862 - Tip. Fratelli Borroni